dove ricordiamo il verbo essere, aggiungiamo i pronomi personali che ancora non sapevamo, e vediamo le "coniugazioni" e il modo più semplice di esprimere i verbi al presente e al negativo
I verbi giapponesi rispetto a quelli italiani "spaventano" per la loro regolarità... noi non solo ci ritroviamo ad avere 1a, 2a, 3a persona singolare e plurale, ma anche tantissime eccezioni (verbi particolari come porre, trarre, tradurre, e pure fare, dire, volere ecc, ma anche termini doppi per una stessa voce verbale, p.e. diedi e detti, o situazioni particolari come "egli fa" e "fa' tu!" ecc.). Il giapponese possiede 3 classi di verbi, la terza è quella dei verbi irregolari che in effetti sono praticamente solo 2. A prescindere da ciò, non esiste nè la persona nè il numero (singolare o plurale). Per chiarirci un attimo le cose rivediamo il verbo essere e proviamo ad aggiungere le persone secondo il nostro classico modo di "cantilenare" i verbi: io sono, tu sei, lui/lei è, noi siamo...
A. RIVEDIAMO IL VERBO ESSERE E AGGIUNGIAMO LE PERSONE Ho pensato di sfruttare quest'occasione per introdurvi i pronomi personali che ancora non avevamo visto. Altre forme più o meno gentili, oltre ovviamente ai kanji, le vedremo in un altra occasione
NB: vi ricordo che a parte "no" le posposizioni non possono andare vicino a desu, per cui supponiamo che di mezzo ci sia qualcosa e mettiamo i puntini di sospensione.
io sono --- watashi wa ...desu tu sei --- anata wa ...desu egli/lui è --- kare wa ...desu ella/lei è --- kanojo wa ...desu noi siamo --- watashitachi wa ...desu voi siete --- anatatachi wa ...desu essi/loro sono --- karera wa ...desu esse/loro sono --- kanojotachi wa ...desu
Come potete vedere sopra non importa la persona nè il genere nè il numero, desu resta sempre desu! Questo vale anche per TUTTI gli altri verbi!
Qualcosa che potrebbe metterci in crisi, all'apparenza, c'è: in Giapponese esistono 4 forme dei verbi, due le abbiamo già viste, sono la forma piana e la forma cortese, poi esistono la forma umile e quella onorifica, ma queste sono usate solo nel linguaggio più formale e per molto tempo non ci riguarderanno nemmeno di striscio.
1. La forma PIANA, quella del linguaggio più informale, colloquiale, è anche la forma con cui i verbi si trovano sul vocabolario (a parte essere che si trova come desu, che è cortese). Per cui bisogna imparare ad usarla. E' anche indicata spesso come forma del dizionario. 2. La forma CORTESE o GENTILE, ha un vantaggio essenziale: è così semplice e regolare, che ci permetterà di riconoscere subito se un vocabolo è un verbo oppure no. E' anche indicata come forma in -masu.
Torniamo nello specifico al VERBO ESSERE, come copula in predicati nominali e aggettivali. Forma PIANA affermativa: da, だ | negativa: de wa nai, ではない Forma CORTESE affermativa: desu, です | negativa: de wa arimasen, ではありません Vi ricordo che nel parlato "de wa" spesso si contrae dando ja nai, じゃない e ja arimasen, じゃありません , rispettivamente (in effetti si potrebbero scrivere janai e jaarimasen... tanto loro non hanno spazi tra le parole e la pronuncia è naturalmente veloce).
B. RIVEDIAMO IL VERBO "ESSERCI", PER LE PERSONE E PER LE COSE Rivediamo anche il verbo "esserci", "trovarsi", ovvero i due cosiddetti, verbi di esistenza: il primo, IRU, è usato per persone e animali, il secondo ARU, è usato per le cose (e come ausiliare per il verbo essere al negativo... e in questo caso non importa se il soggetto è una persona o una cosa, ok? E' solo una forma verbale presa in prestito!).
1. VERBO IRU - Esserci, trovarsi - per le persone e gli animali Forma PIANA affermativa: iru, いる | negativa: inai, いない Forma CORTESE affermativa: imasu, います | negativa: imasen, いません
2. VERBO ARU - Esserci, trovarsi - per le cose Forma PIANA affermativa: aru, ある | [/color]negativa: [color=red] nai, ない Forma CORTESE affermativa: arimasu, あります | negativa: arimasen, ありません
C. GENERALITA' SUI VERBI Finalmente arrivano i verbi. Capiamo innanzitutto come sono organizzati (qualcosa di simile alle coniugazioni italiane, -are, -ere, -ire + v.irregolari).
1. I verbi giapponesi, al presente, finiscono TUTTI in -u (e sono poche le parole che finiscono in -u e non sono verbi) 2. Oltre ai verbi irregolari ci sono due classi di verbi: I dan e V dan. *Tale classificazione spesso varia da libro a libro, questa anche se non ne conosco l'origine (primo e quinto dan, perchè? 2°, 3° e 4° dove sono?), mi sembrava la più giapponese e si trova anche su JWPce. 3. Tutti i verbi alla forma cortese finiscono in -masu ! 4. Se prima di -masu manca una "i", ovvero il verbo NON finisce in -imasu, allora sarà sicuramente del I dan
D. I VERBI DEL I DAN - VERBI VOCALICI
* Tutti i verbi del I dan terminano in -eru o -iru. * Per fare la forma cortese in -masu, perdono la desinenza -ru. * Dunque la radice termina in vocale, per l'esattezza in E o in I, perciò sono anche detti verbi vocalici. * I classici esempi sono miru, vedere, e taberu, mangiare.
Vediamone alcuni: - vedere/guardare, MIRU, 見る , MIMASU,見ます - mangiare, TABERU, 食べる , TABEMASU, 食べます - dormire/andare a letto, NERU, 寝る , NEMASU, 寝ます - svegliarsi/alzarsi, OKIRU, 起きる , OKIMASU, 起きます - mostrare/far vedere, MISERU,見せる , MISEMASU,見せます - aprire, AKERU, 開ける , AKEMASU, 開けます - indossare, KIRU, 着る , KIMASU,着ます - rispondere, KOTAERU, 答える , KOTAEMASU, 答えます - insegnare/spigare, OSHIERU,教える , OSHIEMASU, 教えます
PER FARE IL NEGATIVO 1. Alla forma piana: si elimina la desinenza -ru e si sostituisce con -nai, es. minai (io/tu/egli ecc... non guardo/non guardi ecc), tabenai (non mangio), oshienai (non spiego), ecc... 2. Alla forma cortese: si elimina la desinenza -masu e si sostituisce con -masen, es. mimasen, non guardo (o non vedo), tabemasen, non mangio, oshiemasen, non spiego, ecc...
E. I VERBI DEL V DAN - VERBI CONSONANTICI Un verbo consonantico è un verbo la cui radice termina per consonante. Al presente (forma piana), il verbo finisce in -u, ma per essere seguito da desinenze particolari, come -masu (o altre che vedremo poi), perde solo la -u finale e non l'ultima sillaba come taberu. Faccio un esempio. Un verbo del I dan come taberu, mangiare, si comporta così: Tabe-ru al negativo è tabe-nai, in forma cortese è tabe-masu ecc. E' vocalico perchè "tabe" finisce in vocale. Un verbo del V dan, invece, si comporta diversamente: PER FORMARE LA FORMA IN -MASU, si potrebbe dire che perde la -u finale e aggiunge -imasu... esempio: sentire è kiku, alla forma gentile fa kikimasu. In effetti è meglio dire che: - mentre i verbi vocalici perdono l'ultima sillaba, -ru, e aggiungono -masu, - i verbi consonantici trasformano l'ultima sillaba, terminante in -u, nella corrispondente sillaba (della stessa serie) terminante in -i.
Andando in ordine alfabetico, questi verbi possono terminare in uno dei seguenti modi e la forma in masu si crea modificando proprio quest'ultima sillaba e aggiungendo -masu. E' più semplice da fare che da dire, vediamo. Verbi terminanti in... | e verbo d'esempio -ku: KAKU, 書く , sentire, KAKIMASU -gu: ISOGU, 急ぐ , aver fretta/sbrigarsi, ISOGIMASU -su: HANASU, 話す , parlare, HANASHIMASU -tsu: MATSU, 待つ , aspettare, MACHIMASU -nu: SHINU, 死ぬ , morire, SHINIMASU -bu: MANABU, 学ぶ , studiare/imparare, MANABIMASU -mu: YOMU, 読む , leggere, YOMIMASU -ru: KAERU, 帰る , tornare, KAERIMASU -u: KAU, 買う , comprare, KAIMASU
Vedete come la sillaba finale diviene la corrispondente in -i , prima di aggiungervi il -masu? Kaku? KAKIMASU Isogu? ISOGIMASU Hanasu? HANASHIMASU Matsu? MACHIMASU ecc...
Notate KAERU. Perchè non è del I dan? Una regola generale, non sempre valida, dice che se la vocale E o I, prima di -ru, appartiene al kanji, il verbo è del V dan, altrimenti se non gli appartiene, ma si trova in un kana, allora il verbo è del I dan (es. taberu). Non è sempre valida, perchè ovviamente se il verbo è fatto di due sole sillabe, come "miru", la vocale E o I, apparterrà sicuramente al kanji... e la regola non mi aiuta più.
Vi chiederete perchè imparare tutto ciò, se le differenze sono così sottili tra la coniugazione di I e V dan... perchè non sono poi così sottili, incontreremo altre forme dove le differenze si faranno molto più evidenti.
PER FARE IL NEGATIVO
1. Alla forma piana: la sillaba finale diventa la sillaba, della serie corrispondente, che termina in -a, quindi si aggiunge -nai. ES.: "scrivo" è KAKU | "non scrivo" è KAKANAI :!: Eccezione: quei verbi come KAU (comprare), OMOU (pensare), AU (incontrare), TETSUDAU (aiutare), anche se non sembra, sono consonantici e lo dimostrano nella forma negativa piana, dove riemerge la consonante che in quasi tutte le altre situazioni è ormai scomparsa (in giapponese antico terminavano con la sillaba WU, che non esiste più). KAU, compro | KAWANAI, non compro OMOU, penso | OMOWANAI, non penso AU, m'incontro con... | AWANAI, non m'incontro KAMAU, mi occupo/preoccupo | KAMAWANAI, non mi interessa/me ne frego
2. Alla forma cortese: si elimina la desinenza -masu e si sostituisce con -masen. Es.: "parlo", in f.piana: hanasu "parlo", in f.cortese: hanashimasu "non parlo", in f.cortese: hanashimasen Visto poi che è un verbo utile e simpatico, vediamo anche kamau per vedere come le eccezioni della forma piana, alla forma cortese non fanno eccezione. "mi occupo"/"preoccupo", in f.piana: kamau "mi occupo"/"preoccupo", in f.cortese: kamaimasu "non m'interesso di..."/"non mi importa", in f.cortese: kamaimasen
F. I VERBI IRREGOLARI - 為る SURU, FARE e 来る KURU, VENIRE
Come vedete nel titolo, terminano in -ru, nonostante questo, non si limitano a modificare o perdere la sillaba -ru, ma coinvolgono anche il kanji, che cambia pronuncia. Vediamo subito una "tabella" che è più semplice: 1. Verbo "venire": KURU, 来る Forma piana -affermativa: kuru, 来る -negativa: konai, 来ない Forma cortese -affermativa: kimasu, 来ます -negativa: kimasen, 来ません
2. Verbo "fare": SURU, 為る; è importantissimo e costruisce moltissimi altri verbi (p.e. studiare è "benkyou suru", amare è "koi suru", ecc), per cui, come la maggior parte dei libri, visto che il suo kanji è un casino, lo eviteremo e scriveremo semplicemente: する Forma piana -affermativa: suru, する -negativa: shinai, しない Forma cortese -affermativa: shimasu, します -negativa: shimasen, しません
Infine una NOTA: Per un po', finchè non dovremo tornare sui verbi per altre forme (eccetto il passato cortese), continueremo ad usare la forma in -masu. Perchè allora studiare tutto ciò? La prima pprte, perchè sarà importante per poter trovare sul vocabolario i verbi e la seconda per via dell'importanza dei verbi irregolari suru e kuru.
Ittemairimasu! (Arrivederci!) all'appendice!!
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